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Charles-Théodore Frère (1814 - 1888)

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Charles-Théodore Frère
(1814 - 1888)

Olio su tavola cm 26 x 51

Charles-Théodore Frère, chiamato familiaremente Théodore, nacque a Parigi il 21 giugno 1814. Era il fratello maggiore di Pierre-Édouard Frère, un affermato pittore di genere che aveva studiato con Paul Delaroche.

Oggi il suo dipinto Gerusalemme dal Monte degli Ulivi è nella collezione del Metropolitan Museum of Art di New York City.

Théodore iniziò a studiare con Jean-Léon Cogniet e Camille Roqueplan. Poco dopo aver iniziato gli studi, lasciò Parigi e viaggiò attraverso le campagne della Normandia, dell'Alsazia e dell'Alvernia, trovando ispirazione nella natura.

Frère parte per il suo primo viaggio in Algeria. Visioni del paesaggio e delle persone algerine sarebbero presenti in quasi tutte le opere che espose al Salon fino al 1850. Clarence Cook, nel suo libro Art and Artists of Our Time (1888), osserva che:

Dopo la conquista dell'Algeria da parte di Carlo X nel 1830, l'Algeria ottenne l'attenzione nazionale, non solo per la sua base di addestramento militare francese e il clima caldo, ma anche per la sua cultura intrigante. Artisti e scrittori iniziarono ad affluire in questo nuovo rifugio, stabilendo una presenza in Algeria che sarebbe durata fino al 1962, quando il governo francese proclamò l'indipendenza dell'Algeria. Tuttavia, all'epoca di Frère, l'Algeria cominciava appena ad essere esplorata in modo più approfondito e il governo iniziò a incoraggiare gli artisti a recarsi nella colonia francese offrendo borse di studio itineranti, diverse dal Prix de Rome, che consentivano loro di sperimentare la pittura nel Vicino Oriente.

Charles-Théodore Frère è stato uno degli artisti della prima generazione che si è dedicato ai temi orientalisti, immergendosi in questo studio per tutta la sua vita.
Un'analisi finale del contributo di Frère e degli altri orientalisti allo sviluppo dell'arte francese è apparsa in Lorinda Munson Bryant in French Pictures and Their Painters (Londra: T. Fischer Unwin, 1923, pag. 111) che scrisse “Abbiamo un debito inestimabile verso questi artisti francesi che ci hanno messo in contatto così da vicino con lo spirito del vicino Oriente.