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Una vista da una terrazza all'italiana

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Una vista da una terrazza all'italiana

Otto Frederich Geleng 1843 – 1939

Dimensioni 40 x 64 cm

Impressionista italiano Olio su tavola firmato in basso a destra.

Otto Geleng studiò presso la prestigiosa “Reale Accademia di Berlino”, sotto la supervisione del noto professor Biermann, un uomo molto familiare con la Sicilia poiché l'aveva visitata più volte e aveva prodotto scorci incantevoli, riproducendo i paesaggi di Selinunte, Segesta e Siracusa.

Geleng, vedendoli, ne rimase talmente estasiato che decise di partire subito per l'Italia. La sua prima tappa fu Roma, dove arrivò nel 1861, diventando socio del Circolo Artistico del Principe Poli e stringendo amicizia con il compositore Liszt e con il conte Zeppelin, inventore dei famosi dirigibili. A Roma ricevette la visita del re Federico di Prussia, in viaggio di nozze con Vittoria d'Inghilterra.

Nel 1862 decise di continuare il suo tour italiano e partì subito per Napoli, Amalfi e Capri, prima di arrivare, nel febbraio del 1863, a Taormina, dove soggiornò nella modesta casa di Francesco La Floresta.

Alla fine dello stesso anno partì in treno per Roma, proseguendo il viaggio verso il nord per incontrare a Berlino il professor Biermann. Il giovane pittore non si tratterrà però a lungo lontano da Taormina, dove tornerà l'anno successivo.

Dopo aver esposto i suoi dipinti taorminesi in numerosi ambienti e prestigiose mostre d'arte in tutta Europa, molti artisti rimasero colpiti dai pittoreschi paesaggi con i mandorli in fiore circondati dalle cime innevate dell'Etna, pensando che non fossero altro che invenzioni dei Geleng. immaginazione.

E così il pittore prussiano li invitò a vedere con i propri occhi la campagna taorminese, organizzò un viaggio a Taormina con alcuni amici artisti che si rifiutavano di credere che un luogo così pittoresco potesse realmente esistere. Ancora una volta soggiornò presso Francesco La Floresta che, spinto da Geleng, diede al luogo il nome “Timeo”, come figlio di Andromaco, fondatore e tiranno di Taormina nel IV secolo aC.

Nel 1874 Francesco La Floresta celebra il nucleo di quello che sarebbe diventato il glorioso Grand Hotel Timeo, adattando la sua casa per soddisfare le crescenti esigenze del turismo internazionale e aprendo una nuova stagione e una nuova pagina nella storia del turismo e dell'ospitalità taorminese.

A Taormina il giovane pittore conquistò la sua fama e la grande considerazione dei suoi contemporanei. Sposatosi con una bella ragazza taorminese, Filomena Zuccaro, decise di stabilirsi a Taormina, dove aprì il suo atelier sul Corso Umberto (oggi numero 190), dove poi visse la figlia Angelina, moglie del barone Giuseppe Paternò Castello di Biscari. , discendente del Principe Ignazio V, collezionista, mecenate e primo Ispettore delle antichità in Sicilia. Ancora oggi se si guarda la facciata della casa Geleng si può riconoscere tra i balconi del primo piano l'antico stemma della famiglia Paternò Castello.

Nel 1872 gli abitanti del paese proposero a Geleng di diventare vicesindaco di Taormina, incarico che manterrà per dieci anni.

Durante i suoi viaggi in Europa e grazie alle sue stesse opere, continuò a fare propaganda di Taormina come custode della bellezza e luogo incantato di storia e di arte.

Non a caso l'Esposizione Nazionale di Palermo lo chiamò ad esporre i suoi dipinti di Taormina e fu nominato “Membro corrispondente” dell'Accademia di Zelanti, dei Dafnici di Acireale e socio onorario dell'Associazione di Belle Arti.

Durante la guerra fu rinchiuso nel campo di prigionia di Bronte perché cittadino nemico. Per Geleng, che tanto aveva fatto per Taormina, fu un'umiliazione difficile da dimenticare. Liberato dal carcere nel 1919, ritornò a Taormina dove morì nel 1939.